Il mal di schiena: si risolve in palestra ?

Scrive una lettrice: “Ho 64 anni. In generale sto bene, senza malattie particolari, ma quest’estate d’improvviso mi si è bloccata la schiena, un dolore fondo e stavo piegata in due senza riuscire a rimettermi dritta. In pratica il colpo della strega. Con qualche giorno di cerotti antiinfiammatori e con un po’ di riposo mi è passato, però naturalmente mi sono preoccupata. Il medico che ho poi consultato non ha riscontrato malattie particolari ma mi ha consigliato di fare una ginnastica appropriata. In palestra mi hanno proposto tre corsi diversi: pancafit, flex o postura.  Per me è arabo. Quale di questi corsi mi consiglia per il mal di schiena? Ed è opportuno farne più di uno o è meglio non esagerare e farne uno alla volta? Grazie”.

Farei prima due considerazioni che usualmente possono lasciare stupito l’interlocutore e sono, la prima, che la quasi totalità delle lombalgie si risolve autonomamente nel giro di 4-6 settimane e, la seconda, che i cerotti contenenti sostanze antinfiammatorie non hanno alcuna efficacia dato che il derma con il suo flusso vascolare trascina via le sostanze terapeutiche, impedendo alle stesse di raggiungere la muscolatura o addirittura la componente articolare. Sono soldi buttati via!

Il colpo della strega, un trauma secco ed improvviso che si risolve nel giro di 2 o 3 giorni ma che richiede poi un periodo ben più lungo per la scomparsa completa del dolore, rispetto alla lombalgia semplice è un evento più raro ma molto più doloroso. Dal punto di vista fisiologico le cause vanno ricercate, oltre che nella mancanza di elasticità della muscolatura paravertebrale, in patologie che colpiscono le strutture vertebrali presenti in questa zona, quali protrusioni o ernie discali, scivolamenti vertebrali, fenomeni artrosici.

Detto questo si può pensare, in questo specifico episodio, ad una componente quasi esclusivamente muscolare, che sicuramente risente beneficio da un’attività fisica appropriata e programmata nel tempo. I primi muscoli che devono essere interessati al potenziamento sono quelli addominali perché, essendo fissatori del tronco, intervengono in modo sostanziale nella corretta gestione della colonna vertebrale e vengono spesso dimenticati nel programma di fitness. Successivamente si darà spazio ad esercizi che interessino la muscolatura paravertebrale e in genere del dorso, tenendo conto di due parametri fondamentali: migliorare l’elasticità e la tonicità.

Pancafit® è una particolare panca, sulla quale si utilizza il metodo Raggi®, costituita da due piani d’appoggio regolabili per diversi gradi di angolazione, il cui uso consente di agire sul corretto e bilanciato assetto posturale di tutto il corpo. Lo si fa applicando, in particolare, i principi originari che derivano dal Metodo Mézières nel rispetto delle catene muscolari caratterizzandosi come tecnica posturale ad approccio globale. Per il suo utilizzo non ci sono limiti di età e neppure controindicazioni e può essere di aiuto in tutti i casi: ovviamente deve essere conosciuta da parte del personal trainer che ha preparato la scheda degli esercizi.

La Flex Gym è una metodologia rivolta al miglioramento dei movimenti articolari, che si ottiene con l’utilizzo di elastici o di cavi: in questo modo si cerca di recuperare sia l’elasticità muscolare sia il massimo movimento di flessione ed estensione delle articolazioni interessate dal trattamento.

La ginnastica posturale è un complesso meccanismo che deve essere svolto da personale preparato (in generale da chi ha svolto studi di osteopatia) e ha la finalità di correggere, dove è necessario, atteggiamenti viziati della postura, che comportano a lungo andare dolori e possono peggiorare patologie in atto. Il concetto fondamentale è quello di riportare il nostro organismo nelle migliori condizioni di comfort, il che significa, in specifici casi, non intervenire ad esempio su situazioni comportamentali che garantiscono il benessere della persona e che, se fossero modificate, causerebbero al contrario un’alterazione deleteria, ottenendo quindi effetti indesiderati.

Concludendo, si può dire che le tre metodologie, sinteticamente esposte, possono essere utilizzate o da sole o in associazione ottenendo dei buoni risultati, ma proprio per la specificità del loro utilizzo devono essere impostate da personale assolutamente preparato.

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Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.

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