La vera casa dell’uomo è la strada
Scrive una lettrice: “Un minimo di moto fuori casa ci è stato consentito anche durante il periodo di lockdown, ma ora finalmente si può tornare a camminare e passeggiare per strada quanto si vuole.
Non sono né una podista né una grande camminatrice, ma ho sempre preferito spostarmi a piedi e ora mi piacerebbe tenermi in forma con delle belle camminate, se non nei parchi cittadini, almeno per strada.
Per fortuna le gambe tengono, non ho disturbi particolari e ho del tempo libero, anche se a 65 anni le energie sono quelle che sono. Ha qualche suggerimento su un programma di camminate ?”
Il lungo periodo di lockdown ha consentito piccoli spazi per poter camminare liberamente e questo si è trasformato in un deficit muscolare inavvertito dai più, ma che si ripropone in modo evidente nel momento in cui, con la fase due, si ritorna a percorrere spazi più ampi ed è aumentata, dal punto di vista motorio, l’autonomia personale.
Vale la pena spendere alcune considerazioni sull’utilizzo delle mascherine. Camminando all’aperto la mascherina chirurgica, o quella “civile”, è più che sufficiente ed è utilissima nel senso che impedisce alle droplet (le famose goccioline di Flügge che emettiamo quando si parla o peggio si starnutisce) prodotte da noi di arrivare ad un’altra persona e viceversa. Resta evidente che se ho la possibilità di camminare sulla spiaggia o su un sentiero di montagna il discorso cambia drasticamente, ma ragioniamo in termini di vivibilità cittadina.
Sull’utilizzo delle mascherine si è innestata una artificiosa polemica sul fatto che si respiri la stessa aria ricca di anidride carbonica e che questa possa dare tutta una serie di disturbi che arrivano addirittura all’ictus. Sono delle fake news a cui non dobbiamo minimamente credere: i chirurghi la indossano per ore durante le sedute operatorie particolarmente lunghe e non è mai successo che qualcuno stesse male, dato che l’anidride carbonica è un gas che si diffonde in modo molto facile con una permeabilità che, come ha detto un famoso chirurgo, “è come una formica che passasse attraverso l’oblò della lavatrice”. Inoltre, la mascherina chirurgica non aderisce in modo completo sul viso e consente il passaggio di aria e lo si vede subito se si portano gli occhiali perché nei primi momenti si appannano. Indubbiamente è un orpello poco gratificante perché con la stagione calda in arrivo diventa più ingombrante di quanto in realtà lo sia, ma è un elemento fondamentale per un corretto distanziamento sociale.
Dicevamo del lungo periodo di clausura che abbiamo trascorso nelle nostre case e come questo si riveli immediatamente nel momento in cui noi riprendiamo in modo completo l’attività motoria precedente: si avvertiranno di solito nei giorni successivi un certo qual indolenzimento muscolare e una maggior percezione della fatica su percorsi che prima effettuavamo senza alcuna difficoltà. È una risposta fisiologica dell’organismo che si sta riadattando.
I consigli semplici da seguire sono quelli di non uscire nelle ore più calde della giornata perché anche il nostro sistema di “raffreddamento” ha subito un rallentamento e il rischio è quello di trovarsi fradici di sudore dopo un pezzo di tragitto. Tenere sempre un passo veloce, ma graduare le lunghezze del percorso per riabituare l’apparato cardiovascolare al nuovo impegno; avendo la mascherina e avvertendo la fatica, è utile inspirare con il naso ed espirare con la bocca a labbra socchiuse.
Probabilmente il traffico non è diminuito, anzi con il problema dei trasporti urbani l’uso dell’automobile diventa addirittura consigliato per evitare contagi e quindi la possibilità di farsi un’inalazione di smog è presente, ma è lo scotto che si paga vivendo in una grande o media città.
La camminata veloce ha il vantaggio di migliorare la performance cardiovascolare, non serve a perdere peso e deve comportare una opportuna idratazione che, a seconda dei tempi di durata, può essere effettuata sia prima che dopo oppure anche mentre si cammina. È evidente che se svolgiamo una normale attività deambulatoria il portarsi dietro la bottiglietta dell’acqua appare persino esagerato, come sconclusionati sono i consigli di implementare l’assunzione di integratori salini quasi fossimo degli atleti d’élite e non dei semplici senior che vogliono ritornare a sentirsi in forma.
Il titolo di questo articolo è una citazione da Bruce Chatwin.
Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.
L’esercizio fisico come quello mentale è essenziale per mantenerci in forma anche a ottant’anni; ne consegue che se allenati a tali pratiche ogni sforzo ci renderà consapevoli della nostra capacità di recupero . Allenarsi quotidianamente all’esterno o, se difficile all’interno delle nostre case, rappresenta una sicura risorsa per sopravvivere al meglio e, frena quello che di decadente ci insidia . I pigri e svogliati devono riflettere !