Honbap

Mangiare soli nella società contemporanea.

Se entraste in qualsiasi locale per cenare e chiedeste un tavolo, seguirebbe naturalmente l’interrogativo del cameriere che vi chiede – quanti siete?  Questo forse non accadrebbe in Corea del Sud, dove sono sempre più diffusi i ristoranti per mangiare soli: tavoli con una sedia e una tv ciascuno, divisorie per favorire l’isolamento e porta cellulare.

La scienza della longevità: di che si tratta?

 

In questa tipologia di ristoranti dedicati ai mangiatori soli a volte è presente una piastra per cliente, il quale può in pochi minuti grigliare la sua carne espressa direttamente al tavolo.

Il cameriere porta il resto a seconda della richiesta – verdure fresche e fermentate, una zuppa e del pane. Honbap, termine nato dall’unione di 2 parole, hon – solo e bap – cibo, indica l’abitudine sempre più diffusa di consumare il pasto fuori casa in solitaria.

Mentre nel mondo occidentale, infatti, mangiare soli è associato ad una dimensione intima e casalinga, nel mondo asiatico appartiene a quella caotica ed esterna. E ancora, mentre in Europa mangiare soli viene considerata un’abitudine negativa, in Corea l’honbap costituisce l’affermazione di uno status sociale.

Tale fenomeno nel mondo asiatico è quindi un mix un po’ strano di pubblico e privato: si è soli, ma in un luogo pubblico; si può mangiare ciò che si vuole al proprio ritmo, ma bisogna chiedere a qualcuno di servirlo. Ma da cosa nasce l’esigenza e la voglia del mangiare soli? Secondo uno studio pubblicato dal Korea Health Promotion Institute, le ragioni risiedono principalmente nel non avere un partner e la mancanza di tempo per cenare in compagnia.

Tuttavia, circoscrivendo il fenomeno alla popolazione anziana, questa abitudine può rappresentare una questione sociale estremamente critica comune ad ogni società, dal momento che le analisi demografiche mostrano come i senior e gli anziani che mangiano soli risultano solitamente più esposti al rischio di isolamento sociale e di depressione e registrano complessivamente una minor qualità della dieta.

Le evidenze scientifiche sulle cinque Blue Zones, le aree del pianeta dove l’aspettativa di vita è molto alta, sottolineano invece come l’atto del mangiare insieme sia associato ad una dimensione sociale che influisce positivamente sulla salute e ha delle implicazioni anche sulla longevità. In particolare, nella Dieta Mediterranea questa attitudine viene definita con il termine convivialità, laddove non ci si siede a tavola tanto per il piacere di mangiare quanto per stare insieme; la tavola pertanto costituisce lo spazio ideale per lo scambio reciproco ed è il luogo dove le relazioni nascono e vengono mantenute vive.

Nonostante, quindi, la progressiva riduzione del tempo riservato al pasto, la convivialità rimane ancora oggi un punto di partenza per instaurare buone abitudini alimentari, associate nel lungo periodo ad effetti positivi sulla salute.

Foto Sasithorn Phuapankasemsuk da iStock

https://www.foodunfolded.com/article/the-rise-of-eating-alone

Björnwall, A., Mattsson Sydner, Y., Koochek, A., & Neuman, N. (2021). Eating alone or together among community-living older people—A scoping review. International journal of environmental research and public health, 18(7), 3495.

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Nutrizionista e divulgatrice scientifica. Si occupa di salute, scienza e sostenibilità e insegna Nutrizione ad Alma – la Scuola Internazionale di Cucina Italiana.

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