Asma e attività fisica
Scrive una lettrice: Soffro di asma per cui spesso tossisco e ho un respiro affannoso. Gli esercizi fisici possono essere di aiuto? Se sì, quali?
Quando si parla di allenamento si dà grande spazio alla componente cardiovascolare, mentre si considera di meno, quasi ne fosse un corollario, l’attività respiratoria. Eppure dalla ventilazione polmonare l’organismo attinge l’ossigeno che verrà utilizzato specie durante l’esercizio, per cui la corretta gestione di questa attività fisiologica è importante nel configurare un condizionamento efficace.
L’asma è una malattia delle vie aeree caratterizzata da un’aumentata sensibilità aspecifica dell’albero tracheo-bronchiale a stimoli di vario genere.
Dal punto di vista sintomatologico si presenta con un restringimento diffuso del lume delle vie aeree che si riempiono anche di secrezioni dense e cellule infiammatorie: da qui tosse secca stizzosa seguita da dispnea parossistica con sibili. La risoluzione può essere spontanea o farmacologica e, si capisce, deve essere seguita da un medico specialista.
Le cause ambientali sono in genere in relazione con gli attacchi di asma: la stagione dei pollini, l’aumento dell’inquinamento, giornate ventose con polvere, temperature rigide accompagnate da nebbia sono ottimi veicoli per tali riacutizzazioni.
L’attività fisica deve avere alcune precise indicazioni tra cui ricordarsi sempre di portare con sé una tipica bomboletta spray per l’emergenza, che come semplice accorgimento eviterà, nonostante che solitamente l’attacco asmatico è graduale e consente un intervento con massima tranquillità, di mandare nel panico il soggetto che ne soffre o in subbuglio tutta una palestra con il risultato di trasformare un semplice attacco asmatico in uno psicodramma a più attori.
Attività fisica
Sono assolutamente da evitare tutti gli esercizi a terra: seppur pulito, qualsiasi pavimento è inquinato e lo è proporzionalmente al numero delle persone che frequentano l’ambiente, anche se si sono cambiate le scarpe per fare attività.
Gli esercizi che vengono consigliati riguardano due tipi di distretti: quello diaframmatico e quello polmonare.
Il diaframma è quel muscolo che separa il torace dall’addome e si abbassa completamente durante l’inspirazione e, al contrario, si alza nell’espirazione completa. La componente polmonare interessa le vie aeree e l’elasticità dell’organo. Quindi l’istruttore dovrà soffermarsi nell’insegnare gli esercizi che migliorino la componente diaframmatica e altri che inducano un effetto positivo sulla funzionalità respiratoria.
Molto importante è dare spazio a un ottimo riscaldamento, con esercizi di tipo aerobico e con la cosiddetta respirazione controllata, terminando la seduta con altrettanti esercizi di defaticamento: evitare esercizi massimali o strenui all’inizio della seduta di allenamento.
Come dicevamo, la capacità di adattamento fa sì che poi nel programma relativo all’attività fisica si inseriscano, dopo gli esercizi di tipo aerobico, esercizi contro resistenza migliorando quindi il tono-trofismo muscolare favorendo, cosa molto importante nel senior, la forza muscolare.
L’asma da sforzo
Vi è però una situazione per lo più sconosciuta agli addetti ai lavori: l’asma da sforzo, ovvero l’insorgenza di una crisi asmatica durante un’attività fisica che può essere l’unica causa dell’insorgenza della sindrome asmatica.
Nelle linee guida internazionali si parla quindi di EIA (Exercise Induced Asthma), cioè la condizione nella quale l’esercizio fisico induce una riacutizzazione della sintomatologia nei soggetti con asma.
Oppure di EIB (Exercise Induced Bronchospasm), cioè la broncocostrizione associata ad esercizio fisico in soggetti senza asma clinica. È una vera maledizione dato che è una delle poche situazioni in cui l’attività fisica si dimostra dannosa per la salute di chi la pratica. Chi ne soffre deve, come opportunamente ricordato prima, avere sempre con sé i farmaci specifici per l’emergenza.
E nella considerazione di emergenza dobbiamo ricordare una cosa importantissima: se una crisi asmatica non passa anche dopo l’assunzione di preparati specifici, l’impianto respiratorio viene sfruttato al massimo con l’intervento della muscolatura accessoria che si attiva appunto in questi casi, ma come tutti i muscoli si riempie di acido lattico (va quindi incontro alla cosiddetta “fatica respiratoria” ) che deve essere trattata in un pronto soccorso perché viene messa in pericolo la vita stessa del soggetto.
Concludiamo però rassicurando che l’asma, seguita correttamente dallo specialista che imposta una terapia farmacologica specifica per ogni tipo di soggetto, consente un’attività fisica benefica, evitando il “fai da te” ma affidandosi ad un buon personal trainer.
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Foto Liubomyr Vorona su licenza iStock
Già primario di riabilitazione specialistica dell’ospedale L. Sacco di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Milano, Silvano Busin é Direttore scientifico di ISSA Europe (International Sports Sciences Association Europe) e della rivista Fitness & Sport.